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Dove:
Parchi di Nervi – Villa Grimaldi Fassio

Signature Pieces

Culla della danza classica l’Opéra di Parigi interpreta cinque pezzi firmati da grandi coreografi: Jerome Robbins, Victor Gsovsky, Roland Petit, Angelin Preljocaj e Rudolf Nureyev
ONPlogo generique noir coupé

SIGNATURES PIECES

IN THE NIGHT
di Jerome Robbins

Compagno di viaggio di George Balanchine, Jerome Robbins è una figura di spicco del neoclassicismo americano. Considerava il Balletto dell’Opéra di Parigi la sua seconda famiglia dopo il New York City Ballet. Nella lirica cornice dei Notturni di Chopin, In the Night mette la tecnica classica al servizio di una narrazione commovente. Tre coppie danno corpo a tre momenti della vita amorosa: la scoperta, la realizzazione e il turbamento, sullo sfondo di una notte stellata.

GRAND PAS CLASSIQUE
di Victor Gsovsky

Victor Gsovsky voleva offrire alla ballerina Étoile Yvette Chauviré, allora sua allieva, un gioiello di puro classicismo. Creato nel 1949, Grand Pas classique dispiega una tecnica virtuosa e maestosa al suono di un estratto dell’opera Le Dieu et La Bayadère di Daniel-François-Esprit Auber. Quando i ballerini dell’Opera interpretano Grand Pas classique, rendono sempre omaggio a colei che incarnò al massimo la scuola francese.

LE JEUNE HOMME ET LA MORT
di Roland Petit

Formatosi alla Scuola di danza dell’Opéra, Roland Petit lasciò presto la compagnia per seguire la propria strada di coreografo e interprete. Creato nel 1946, Le jeune homme et la mort è un inquietante duo immaginato su libretto di Jean Cocteau e musica di Johann Sebastian Bach. In Le jeune homme et la mort, il destino ha le sembianze di una donna in abito giallo e guanti neri che si prende gioco del suo amante fino a spingerlo al suicidio.

LE PARC
di Angelin Preljocaj

In questo pezzo concepito per il Balletto dell’Opéra di Parigi nel 1994, Angelin Preljocaj riesce a creare un sottile equilibrio tra il respiro classico della musica di Mozart e la modernità del linguaggio coreografico. Le scenografie evocano l’eleganza e la delicatezza dei giardini “alla francese” e i costumi si ispirano a quelli del Secolo dei Lumi. I ballerini si risvegliano all’amore, dall’incontro ai giochi di seduzione, dalla timidezza all’attrazione, dalla resistenza alla dolcezza dell’abbandono nel volo di un sublime passo a due.

RAYMONDA
di Rudolf Nureyev

Raymonda, creato nel 1898 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo sulla scintillante partitura di Aleksandr Glazunov, fu l’ultimo grande balletto narrativo di Marius Petipa. Vera e propria fantasia medievale, considerata un’enciclopedia delle forme del balletto classico, quest’opera mette in scena la storia d’amore della giovane Raymonda e del cavaliere Jean de Brienne di fronte alle brame del capo dei Saraceni, Abderam. A lungo sconosciuto al di fuori della Russia, il balletto è stato rimontato più volte da Rudolf Nureyev dopo il suo passaggio in Occidente. Il coreografo gli dà il tocco finale nel 1983, quando assume la carica di direttore della Danza dell’Opéra di Parigi.

BALLET DE L’OPÉRA DE PARIS
Il Balletto dell’Opéra di Parigi è la culla della danza classica. I principi e i codici della tecnica coreografica, importati dall’Italia dalla regina Caterina de’ Medici nel XVI secolo, furono pazientemente modellati e perfezionati nei balletti di corte, poi sotto il regno di Luigi XIV. Il Re Sole fondò l’Académie royale de Danse nel 1661, la prima istituzione francese incaricata di stabilire le regole del ballo e del suo insegnamento. Nel 1669 inaugurò l’Académie royale de Musique (nome iniziale dell’Opéra di Parigi), che comprendeva la prima compagnia di ballerini professionisti d’Europa. Infine, quando nel 1713 istituì una scuola di danza, inizialmente destinata agli artisti della compagnia, furono riunite le condizioni indispensabili per la continuità di una compagnia di qualità.

Da allora, il Balletto dell’Opera non ha mai smesso di svilupparsi. A partire dal XVIII secolo, ballerini e coreografi francesi andarono a diffondere la loro arte in tutta Europa. Jean-Georges Noverre (in Germania, a Londra e a Vienna), August Bournonville (in Danimarca), Charles-Louis Didelot, Jules Perrot, Arthur Saint-Léon e Marius Petipa (in Russia), nonché le famiglie Viganò e Taglioni (in Italia) furono gli illustri portatori di questi scambi. Questo sforzo di ricerca culminò nel XIX secolo con la creazione di La Sylphide di Philippe Taglioni (1832), il primo balletto in “tutù bianco”, e Giselle di Jean Coralli e Jules Perrot (1841), che segnò l’apogeo del periodo romantico. Oggi il Balletto, la cui direzione è affidata dal 2022 a José Martinez, rimane un centro di arte viva, che alterna riprese e creazioni e programma i più grandi coreografi: George Balanchine, Serge Lifar, Kenneth MacMillan, Roland Petit, Jerome Robbins, John Neumeier, John Cranko, Pina Bausch, Maurice Béjart, Carolyn Carlson, Mats Ek, William Forsythe, Anne Teresa De Keersmaeker, Jiří Kylián, Ohad Naharin, Hofesh Shechter, Crystal Pite… Nel 2024 viene creato il Junior Ballet, il cui obiettivo è diversificare i profili dei ballerini, favorirne l’inserimento professionale, rafforzare l’apertura al pubblico attraverso tournée e azioni di mediazione, perpetuando al contempo il know-how tricentenario dell’Opéra di Parigi.

SPONSOR
CHANEL: Grand Mécène de l’Opéra national de Paris
ROLEX: Montre de l’Opéra national de Paris
CACIB: Mécène du Rayonnement de l’Opéra